Chiunque detenga due azioni, di cui una ha subito una perdita del 15% e l’altra un profitto del 15%, ha maggiori probabilità di vendere la seconda azione se ha bisogno di capitale. Più corretto razionalmente sarebbe vendere l’azione che si trova sul ramo discendente. Tuttavia, il nostro subconscio ci consiglia di attuare il successo che possiamo raggiungere con l’azione più profittevole, invece di vendere l’azione in discesa e ammettere di aver subito una perdita. Dopo tutto, l’azione potrebbe risalire di nuovo.
Sono proprio comportamenti come questi a essere oggetto della teoria dei mercati finanziari incentrata sul comportamento. Essa mostra agli investitori come nascono determinate decisioni d’investimento e come queste vengano prese in modo irrazionale nonostante i loro sforzi in senso contrario. In particolare con gli investimenti attivi, gli investitori corrono il rischio di comportarsi in modo più irrazionale di quanto non vogliano o pensino.
Vi trovate qui:
Behavioral finance: prendere decisioni di investimento con razionalità
Qualsiasi investitore desidera gestire i propri investimenti in maniera razionale, perché chi prende decisioni ragionevoli e mirate prende le decisioni giuste. Eppure, spesso queste decisioni vengono prese inconsapevolmente in modo irrazionale. Con questa teoria finanziaria orientata al comportamento («Behavioral finance»), un’intera sottodisciplina dell’economia è dedicata al comportamento delle persone nei mercati finanziari e dei capitali. Questo aspetto può rivelarsi interessante anche per gli investitori: chi ha familiarità con le basi della Behavioral finance può riconoscere il proprio comportamento irrazionale e prendere decisioni più opportune.
I mercati e gli uomini non funzionano secondo modelli e teorie
La teoria dei mercati finanziari orientata al comportamento è stata elaborata dagli psicologi Daniel Kahneman e Amos Tversky e dall’economista Richard Thaler, che hanno sviluppato numerose teorie e modelli sulla Behavioral finance. Tra le altre cose, hanno dimostrato che diversi modelli di economia teorica e di economia comportamentale non esistono nella realtà:
- il modello fittizio di «Homo oeconomicus» presuppone che gli attori del mondo economico agiscano in modo completamente razionale e siano motivati solo dai propri interessi. Al contrario, le decisioni umane sono influenzate non solo da fattori razionali, ma anche, e fortemente, da comportamenti irrazionali e da azioni e modelli che trovano la propria origine nel subconscio.
- Nella teoria finanziaria viene spesso utilizzato il modello dei «mercati efficienti» (noto anche come ipotesi di efficienza del mercato). Secondo tale teoria, i mercati finanziari funzionano in maniera efficiente. Ciò significa che i prezzi ottenuti riflettono tutte le informazioni disponibili su questi mercati. La tesi afferma che non è quindi possibile trarre profitti straordinari da presunte fughe di informazioni. Tuttavia, questa teoria è valida solo laddove gli investitori si comportano in maniera razionale. Secondo la Behavioral finance, il comportamento di massa o le vendite dettate dal panico dimostrano che i mercati azionari operano in modo irrazionale. Pertanto, non sempre le quotazioni seguono una definizione efficiente dei prezzi.
In un mondo ideale in cui prevalgono l’«Homo oeconomicus» e i «mercati efficienti», gli investitori - del tutto razionali - hanno a disposizione tutte le informazioni disponibili sul mercato e possono classificarle correttamente e trarne conclusioni puramente logiche. In realtà gli investitori si comportano in modo irrazionale, considerando determinate informazioni più o meno importanti di quanto lo siano e traendone pertanto delle decisioni d’investimento improprie. La teoria dei mercati finanziari incentrata sul comportamento spiega perché ciò accado e perché la reiterazione di tali decisioni porta a sviluppi apparentemente illogici nei mercati. Gli investitori che sono in grado di identificare e classificare questi fattori saranno in grado di adeguare di conseguenza le loro strategie.
Le persone tendono a sopravvalutarsi
In generale, tendiamo a voler riconoscere ipotetici modelli e solo successivamente a cercare una loro giustificazione. Se, ad esempio, alla fine dell’anno un fondo acquisisce regolarmente un forte valore, ci aspettiamo che continui a farlo anche negli anni successivi, senza riflettere sulla rappresentatività degli anni e degli sviluppi osservati. Tendiamo quindi a sopravvalutare in principio la nostra capacità di riconoscere dei modelli razionali. Tuttavia, le decisioni di investimento possono essere influenzate anche da molti altri «errori mentali» e «trappole» in cui gli investitori cadono ripetutamente. Ad esempio:
Dissonanza cognitiva
Nella nostra vita siamo destinati a commettere ripetutamente degli errori, che facciamo fatica a riconoscere. Per questo motivo preferiamo cercare ragioni e scuse per giustificare la correttezza della decisione presa, piuttosto che accettarla come sbagliata e trarne degli insegnamenti. Ad esempio, per gli investitori questo significa acquistare un’azione di cui sono convinti, ma che si evolve rapidamente in modo molto più negativo del previsto. A quel punto, invece di vendere l’azione e ammettere una perdita, si continua ad acquistare queste azioni per mantenere il corso medio di acquisto più basso possibile.
Percezione distorta del rischio
In linea generale, ci risulta difficile valutare correttamente i rischi. Le azioni impopolari sono spesso considerate troppo rischiose dagli investitori, che preferiscono starne alla larga. Al contempo preferiscono investire in azioni «calde» che vantano storie di successo, perché si sentono più sicuri. Di conseguenza, le azioni popolari sono spesso sopravvalutate, mentre le azioni impopolari vanno incontro alla tendenza contraria.
Percezione selettiva
Qualche anno fa non si faceva che parlare della cosiddetta «bolla di informazioni». Per poter classificare tutte le informazioni da cui siamo quotidianamente bombardati, dobbiamo operare una selezione, ovvero dare un ordine di priorità a ciò che è importante o giusto e superfluo o sbagliato. Di conseguenza, filtriamo le informazioni e diamo la preferenza a quelle coerenti con le nostre attitudini o con decisioni già prese. Così, quando compriamo un’azione e leggiamo in seguito che questa è destinata a una notevole crescita, diamo maggior peso a questo genere di informazioni rispetto ad altri articoli che ne prevedono un andamento negativo.
Contabilità mentale
Teniamo una contabilità mentale per tutti i progetti della nostra vita, perciò trattiamo ogni evento in modo diverso. Chi investe in diverse categorie di asset non pensa al rendimento e al rischio del proprio investimento nel suo complesso, bensì continua a investire in queste singole categorie, ad esempio in azioni oppure obbligazioni. Di conseguenza, tratta anche i singoli «conti» in modo diverso. La contabilità mentale è ancora più facile da capire quando guardiamo ai conti reali: se, qualche giorno prima del versamento del salario successivo, doveste scegliere tra andare in scoperto di 100 franchi sul vostro conto privato oppure effettuare un trasferimento dal vostro conto di risparmio, di solito deciderete di effettuare un piccolo scoperto sul vostro conto privato. Dopo tutto, il conto di risparmio ha uno status completamente diverso nella vostra contabilità mentale rispetto al conto privato.
Fallacia dello scommettitore (Gambler’s fallacy)
La fallacia dello scommettitore è una trappola in cui cadiamo inconsciamente. Tale errore consiste nel supporre che un evento casuale diventi più probabile quanto più a lungo non si è verificato, e viceversa. Quindi, se non c’è stata una correzione di borsa o addirittura un crollo per un certo periodo di tempo, tendiamo a considerare probabile un crollo nel prossimo futuro. Ciò si applica più semplicemente anche al lancio della moneta: la probabilità che esca testa o croce è sempre del 50%. Anche se croce è uscita per tre volte di fila, la probabilità che esca di nuovo al lancio successivo rimane del 50%.
Come vi comportate?
Testate il vostro comportamento tramite i seguenti quesiti:
Secondo un ragionamento razionale e preciso, dovreste scegliere la risposta A per la prima domanda, poiché è certo che così facendo riceverete più soldi.
Un investitore con una disposizione neutrale al rischio può scegliere entrambe le risposte alle domande 2 e 3. Le persone particolarmente propense al rischio sceglieranno la risposta A per entrambe le domande, mentre gli studi hanno dimostrato che la maggior parte delle persone risponde con B alla seconda e con A alla terza. Questo indica che le persone preferiscono un profitto sicuro rispetto a un possibile profitto maggiore e tendono a limitare le perdite ogni volta che ne hanno la possibilità. Questo perché, a parità di valore, danno maggiore peso alle perdite piuttosto che ai guadagni.
I fatti neutri aiutano a tenere a bada le emozioni
Che cosa significa questo per gli investitori? Gli investitori dovrebbero agire nel modo più oggettivo possibile, compilare una base di fatti neutri e calcolare quanto valore patrimoniale si può ottenere da un determinato investimento. Ciò richiede coerenza e disciplina, soprattutto se questo processo decisionale oggettivo è in contraddizione con il vostro comportamento o intuizione abituali. Investire secondo la teoria comportamentale dei mercati finanziari è diverso dall’investire secondo le strategie d’investimento convenzionali. La Behavioral finance non fornisce una strategia, ma aiuta gli investitori a valutare l’impatto delle emozioni sui prezzi di mercato.