Iniziamo dalle cose semplici: un indice rappresenta corsi selezionati e li documenta. Lo SMI è per la Svizzera ciò che il DAX è per la Germania e il Dow Jones per gli USA. È il barometro borsistico più osservato del paese e rappresenta l’andamento delle quotazioni azionarie delle 20 più grandi aziende elvetiche. Lo SMI traccia l’andamento medio di tali corsi.
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Come è composto lo SMI?
Happy Birthday! Lo Swiss Market Index (SMI), affettuosamente soprannominato «Smiley», quest’anno compie 30 anni. Venne lanciato nel giugno del 1988. L’occasione perfetta per capire cosa si nasconde dietro lo SMI e che importanza riveste per la pratica borsistica elvetica.
Venti aziende indicano la tendenza
I 20 titoli contenuti nello SMI corrispondono complessivamente al 90% della capitalizzazione di mercato in Svizzera. In gergo tecnico si parla di blue chip, ovvero azioni di imprese a fatturato particolarmente alto. Per questo motivo lo SMI è anche chiamato indice blue chip. Sebbene contenga titoli di diverse categorie, come beni di lusso, assicurazioni, elettrotecnica (ABB) e banche (UBS, Credit Suisse), oltre il 50% della ponderazione dell’indice deriva dai tre colossi Nestlé (alimentari), Novartis (farmaceutica) e Hoffmann-La Roche (farmaceutica).
Che importanza riveste quest’indice per la borsa svizzera?
Lo Swiss Market Index è il principale barometro della borsa svizzera e rappresenta un quadro realistico del mercato azionario elvetico. Tuttavia va osservato che la composizione non comprende tutti i settori economici. Chi quindi compone il proprio portafoglio analogamente allo SMI, avrà una diversificazione relativamente ridotta.
SMI e SPI: qual è la differenza?
Oltre allo SMI, l’indice azionario più importante del paese è lo SPI (Swiss Performance Index). Esso comprende quasi tutte le società anonime svizzere quotate in borsa, ovvero oltre 200 titoli, ed è quindi l’indice di mercato globale per il mercato azionario svizzero. Lo SPI è un cosiddetto indice Total Return. Al contrario dello SMI, nello SPI vengono quindi considerati anche i pagamenti dei dividendi ai fini dell’andamento dell’indice. Lo SMI invece è un semplice indice azionario, il cui stato viene calcolato solo sulla base delle quotazioni azionarie.
«Lo SMI chiude con +0,2%»
Lo stato dello SMI viene indicato in punti. Grazie a questi punti si capisce quanto sia sicuro l’andamento del valore dello SMI rispetto al valore iniziale del 1988, che venne fissato all’epoca in modo puramente arbitrario a 1500. Se quindi oggi la borsa chiude per esempio a 8530 punti, lo SMI è al di sopra del valore del 1988. L’espressione «Lo SMI chiude con + o –X%», che si sente spesso nelle notizie di borsa, si riferisce invece al punteggio del giorno precedente.
Cinque curiosità sullo SMI
- Lo SMI venne lanciato il 30 giugno 1988 con un valore di base di 1500 punti.
- Lo SMI ha un valore rappresentativo e viene impiegato come sottostante per altri prodotti finanziari.
- Nel giugno del 2007 lo SMI chiuse per la prima volta oltre i 9500 punti. Il record storico sulla base del valore di chiusura è stato raggiunto nel gennaio del 2018 (9556,98 punti).
- Il minimo storico è stato raggiunto nel marzo del 2003 con lo scoppio della bolla delle dot-com. All’epoca crollò per la prima volta a 3675,43 punti.
- Dal 2007 il numero di titoli è fissato a 20. Nel 1993 contava 29 titoli.