Chi investe sa che non è conveniente puntare tutto su una carta sola. Chi vuole avere successo investendo in titoli dovrebbe ripartire il proprio patrimonio tra diversi strumenti d’investimento, settori, valute e paesi o regioni del mondo. La parola magica è «diversificazione». Scoprite come funziona nell’articolo «Diversificazione: ecco perché non tutte le uova dovrebbero stare nello stesso paniere»
Perché la diversificazione è così importante? Con un portafoglio diversificato, potete distribuire i rischi e dunque minimizzarli. La teoria finanziaria opera una distinzione tra rischi sistematici e non sistematici (specifici). Il rischio sistematico è sostanzialmente inevitabile. Chi investe il suo denaro deve tenere conto del rischio che, ad esempio, eventi politici o catastrofi ambientali si ripercuotano negativamente sul mercato azionario. In fondo, è per questo che gli investitori ricevono i premi. Per premio si intende il cosiddetto premio di rischio: in parole povere, si tratta di una specie di ricompensa agli investitori che scelgono un investimento più rischioso anziché optare per uno più sicuro. Questa ricompensa non viene versata in contanti, nelle mani dell’investitore, bensì inclusa nel calcolo della resa dell’investimento. Il rischio non sistematico, invece, come ad esempio il rischio di perdita dovuto al fallimento di un’azienda, può essere quasi eliminato mediante la diversificazione. Nello specifico, potete ottenere questo risultato evitando di investire solo in singoli settori o aziende e compensando così le perdite con altri investimenti. Più è bassa la correlazione tra le categorie d’investimento (e quindi quanto più diverse sono tali categorie) e più l’effetto di diversificazione è marcato.