Tassazione delle criptovalute: ecco come funziona

09.08.2024

Al pari di tutti gli altri investimenti patrimoniali, anche le criptovalute sono soggette alla dichiarazione fiscale annuale. In questo articolo vi spieghiamo cosa tenere presente nella scelta delle possibilità di investimento in relazione all’imposta sul reddito e sulla sostanza.

In breve

  • Le criptovalute vengono riportate come patrimonio nella dichiarazione fiscale con la quotazione di fine anno.
  • Gli utili derivanti dal commercio di criptovalute non sono soggetti all’imposta sul reddito, a meno che non si tratti di commercio a scopo professionale.
  • Le entrate provenienti da criptovalute, fra cui quelle da staking, vanno dichiarate come reddito.

Pagare le tasse piace a pochissimi, ma è un obbligo inevitabile, anche per chi investe in criptovalute. La buona notizia è che la tassazione delle criptovalute non è particolarmente complicata. In Svizzera vengono trattate come gli altri titoli. Iniziamo col precisare che a molti investitori e investitrici privati ciò che interessa di più è l’imposta sulla sostanza. Ma procediamo con ordine.

Imposta sulla sostanza sulle criptovalute

Come tutti i titoli, le criptovalute rappresentano un patrimonio imponibile: resta solo da sapere a quale corso vengono tassate. Per le criptovalute più comuni, l’Amministrazione federale delle contribuzioni (AFC) calcola un valore di mercato ufficiale alla fine dell’anno sulla base della media dei prezzi di varie piattaforme di trading.

Per le valute per le quali l’AFC non fissa un corso a fine anno in assenza di un’attività di trading regolare e rappresentativa, il valore può essere ricavato da piattaforme informative sulle criptovalute come CoinMarketCap o CoinGecko.

Imposta sul reddito da criptovalute

Per la maggior parte delle investitrici e degli investitori, i profitti derivanti dal commercio di criptovalute (acquisto e vendita) non hanno alcun impatto sull’imposta sul reddito. Ciò significa che l’utile derivante dalla rivendita di criptovalute acquistate è esentasse. Le perdite subite dal commercio di criptovalute, invece, non possono essere dedotte dal reddito imponibile. Vi sono tuttavia casi in cui i ricavi da criptovalute vanno dichiarati come reddito. Eccone alcuni. 

Airdrop

Gli airdrop sono distribuzioni gratuite di criptovalute effettuate per scopi pubblicitari o come ricompensa. Valgono come reddito e in quanto tali sono soggetti a tassazione. Ai fini della dichiarazione fiscale è determinante il loro valore al momento in cui si ricevono.

Ricompense di staking

Quando le criptovalute vengono utilizzate per sostenere una rete blockchain e generano ricompense sotto forma di coin o token supplementari, si parla di ricompense di staking. Anche queste devono essere tassate come reddito in base al loro valore nel momento in cui le si riceve.

Commercio di criptovalute a scopo professionale

Criptovalute negoziate regolarmente e su larga scala rientrano nelle attività commerciali. In questo caso, gli utili che ne derivano vanno tassati come reddito. La classificazione come attività commerciale dipende da vari fattori, come la frequenza e il volume delle transazioni. Per evitare brutte sorprese, può essere utile rivolgersi a una o un consulente fiscale. Anche le autorità fiscali cantonali possono fornire informazioni in merito. 

Mining di criptovalute

I ricavi da mining di criptovalute vanno dichiarati come reddito. Il motivo è la clausola generale del reddito, una regola secondo cui il reddito – indipendentemente dalla sua origine – è in linea di massima imponibile. In genere, il mining è considerato un’attività lucrativa autonoma (e pertanto imponibile). Determinante ai fini della dichiarazione fiscale è il valore di mercato in franchi svizzeri delle criptovalute estratte al momento dell’afflusso.

NFT

I non-fungible token (NFT) sono valori patrimoniali digitali unici, spesso utilizzati in collezioni artistiche, musicali e virtuali. Dall’ottobre 2023, gli NFT sono soggetti a regole fiscali proprie. Acquisto:

  • l’acquisto di un NFT è considerato una riallocazione del patrimonio senza incidenza fiscale, pertanto le transazioni effettuate in tale ambito non sono deducibili.
  • Vendita: la vendita di un NFT è generalmente considerata un utile di capitale esente da imposte, tranne in caso di scopo commerciale. Le artiste e gli artisti che ottengono regolarmente ricavi dall’arte NFT sono quindi soggetti all’imposta sul reddito.
  • Redditi da licenze (royalty): i proventi delle licenze per gli NFT sono considerati come entrate da beni immateriali e anch’essi soggetti all’imposta sul reddito.
  • Commercio: il commercio di NFT è in genere esentasse, se non viene effettuato a scopo professionale.

Operazioni di credito in un sistema finanziario decentrato

I servizi finanziari decentrati (DeFi) comprendono attività come prestare e prendere in prestito criptovalute. Se le investitrici e gli investitori operano come prestatori su una piattaforma di prestito decentrata, i ricavi generati sono soggetti all’imposta sul reddito al momento della distribuzione degli utili, ma al più tardi alla scadenza del credito. Chiunque accetti un credito su una piattaforma DeFi può far valere gli interessi sui debiti pagati nel registro debitori.

Registrazione nella dichiarazione fiscale

Gli investimenti in criptovalute vanno riportati nell’elenco dei titoli e dei saldi a credito, compreso il nome della criptovaluta. L’estratto fiscale rilasciato dalla maggior parte delle piattaforme di criptovalute che contiene informazioni su patrimonio, transazioni e utili serve come prova.

Non tutte le piattaforme mettono a disposizione un documento di questo tipo. Qualora non sia disponibile, il 31 dicembre o il 1º gennaio vanno create apposite schermate del wallet. Sono molto importanti, in quanto alcune borse non consentono valutazioni retroattive.

Conclusioni

La tassazione delle criptovalute è molto semplice, poiché segue la logica dei titoli tradizionali. Richiede tempo in particolare a chi possiede vari wallet e le cui transazioni sono distribuite su piattaforme diverse. Tuttavia, oggi esistono soluzioni anche per questo problema: piattaforme specializzate che aiutano a consolidare tutti i wallet e a creare un estratto fiscale completo.

Chi preferisce non sobbarcarsi questo lavoro e vuole andare sul sicuro può rivolgersi a una banca. Di norma, tutte le voci sono integrate nell’attestazione dello stato patrimoniale, il che semplifica notevolmente il processo di dichiarazione.

Come detto all’inizio, è fuori dubbio che le criptovalute debbano essere tassate. Ma se si capisce ciò che le normative in materia richiedono e si fa uso degli strumenti adatti, compilare la dichiarazione fiscale diventa molto più semplice. La compilazione della dichiarazione fiscale presenta comunque anche un effetto secondario positivo, almeno negli anni di investimento favorevoli: consente a investitrici e investitori di passare in rassegna i propri risultati finanziari e guardare con fiducia al prossimo anno di investimento.

Negoziate criptovalute con PostFinance

Chi negozia criptovalute autonomamente tramite PostFinance beneficia di numerosi vantaggi, fra cui una panoramica annuale del patrimonio per la dichiarazione fiscale. 

Disclaimer

Le informazioni fornite in questa sede sono di carattere generale. Occorre pertanto tenere conto delle specificità dei singoli casi. Se sussistono dubbi raccomandiamo di rivolgersi a una o un consulente fiscale.

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