PostFinance punta su persone capaci di agire con coraggio e determinazione. Atlete e atleti di alto livello, che solitamente hanno proprio questa mentalità, si adattano perfettamente alla cultura di PostFinance. Per poter entrare in contatto con candidate e candidati che fanno al caso suo, PostFinance ha stretto un partenariato con Athletes Network. Questa rete, unica nel suo genere, crea connessioni tra le atlete e gli atleti e l’economia, affinché possano avviare una carriera nel mondo del lavoro dopo il ritiro da quella sportiva. Anche l’ex snowboarder professionista Nevin Galmarini è membro di Athletes Network. Tuttavia, è arrivato in PostFinance come addetto al supporto clienti key account per altre vie.

Nevin, come sei arrivato allo snowboard e quando ti sei reso conto di volerlo praticare da professionista?

Mia madre era una sciatrice, dunque inizialmente era questo lo sport praticato in famiglia. A un certo punto, però, mio padre e mio fratello sono passati allo snowboard. Quando avevo circa 10 anni ho cominciato anch’io, perché lo trovavo divertente. A 13 anni sono entrato come snowboarder amatoriale al liceo sportivo Hochalpinen Institut Ftan e quando l’ho finito ero nella squadra nazionale giovanile. Naturalmente, in quegli anni avevo già fantasticato su una possibile carriera da professionista, ma è diventata realtà solo quando ho deciso di non continuare gli studi e dedicarmi completamente allo sport.

Cosa serve per una carriera sportiva di successo?

Ci vuole la mentalità giusta, un buon ambiente, degli obiettivi e soprattutto anni di allenamento intensivo. Mi ci sono voluti più di dieci anni per arrivare in alto a livello internazionale. In questo caso, essere competitivi e divertirsi a gareggiare aiutano molto.

Quali sono stati per te i momenti più significativi come campione?

A livello personale, il fatto di essere riuscito a rimanere in pista come professionista fino a 35 anni, aver potuto vivere di questo lavoro e aver raggiunto molto più di quanto avessi mai immaginato. Dal punto di vista sportivo, le medaglie ai giochi olimpici di Sochi (argento) e Pyeongchang (oro): due esperienze incredibili e indimenticabili, che mi hanno aperto tante porte.

Quali difficoltà hai dovuto affrontare dopo il tuo ritiro?

Ho cominciato a pensare al mio ritiro con molto anticipo, iniziando gli studi alla Scuola universitaria professionale a distanza Svizzera già durante la mia carriera sportiva. Per prima cosa ho concluso un bachelor in economia aziendale, poi un master in Business Administration con specializzazione in gestione innovazioni. Quando sei un atleta di alto livello vivi in una bolla. Per questo, il tempo passato con gli altri studenti mi ha arricchito molto. Inoltre, ho cercato di confrontarmi con atleti che avevano già fatto questa scelta e così ho ricevuto il supporto di Athletes Network. Per me è stato importante capire chi sono, cosa sono in grado di fare e che direzione prendere.

Fai parte di Athletes Network fin dalla sua creazione. In che modo questa rete ti ha aiutato concretamente?

Da un lato nel fare un prezioso bilancio della situazione. Dall’altro, la rete facilita lo scambio con i responsabili decisionali delle società partner. Non posso che consigliare a tutte le atlete e gli atleti di diventare membri di Athletes Network ed entrare in contatto con aziende interessanti come PostFinance.

Però non sei arrivato in PostFinance tramite Athletes Network.

No. Verso la fine della mia carriera sono stato invitato per uno scambio nell’ambito della formazione degli allenatori di Swiss Olympic. Uno dei partecipanti, che lavora presso PostFinance, mi ha chiesto cosa intendessi fare a livello professionale e così siamo entrati in contatto. Alla fine, mi sono ritrovato con cinque offerte di lavoro. Per decidermi, ho fatto un’analisi costo-utilità prendendo come criteri i contenuti del lavoro, le possibilità di crescita e anche il salario. Dopo aver assegnato i miei punti, PostFinance era in cima alla lista.

Cosa rende PostFinance interessante come datore di lavoro per l’atleta di alto livello?

Senza dubbio la mentalità di vedere il cambiamento come un’opportunità. Per me è stata determinante la possibilità di imparare tanto e contribuire attivamente alla mia formazione. Inoltre, PostFinance offre varie possibilità di crescita, cosa che per quanto mi riguarda ha rappresentato un punto a favore.

Quali competenze relative al mondo dello sport ti aiutano nel lavoro quotidiano?

Per prima cosa, di certo l’ottimismo e la consapevolezza che niente è impossibile. Poi, il tema della leadership. Come sportivo pretendi tanto dal tuo team e dalle persone che ti stanno intorno. Se ti aspetti che facciano uno sforzo in più per te, devi dare il buon esempio. Per me è sempre stato essenziale incoraggiarsi a vicenda, ma anche condividere il know-how. Solo così si può andare avanti tutti insieme.

Quali somiglianze vedi tra il mondo dello sport e quello del lavoro?

Sia nello sport sia nel lavoro bisogna essere innovativi e pronti a cambiare e crescere in prima persona. Se non lo fai in modo consapevole non vai da nessuna parte. Sono anche convinto che ogni investimento prima o poi dia i suoi frutti e mi faccio guidare dal motto «the sky is the limit». La cultura di PostFinance è perfettamente in linea con il mio modo di pensare.