Lavoro a tempo parziale: come evitare le lacune previdenziali

20.02.2025

In Svizzera sempre più persone scelgono il lavoro a tempo parziale per conciliare meglio lavoro e vita privata. La flessibilità però, ha un prezzo: un reddito inferiore significa spesso contributi più bassi all’AVS e alla cassa pensioni, con il rischio di ritrovarsi con meno risorse economiche in età avanzata. Ma niente panico: con qualche accorgimento è possibile evitare brutte sorprese e mettere al sicuro il proprio futuro finanziario. Scopriamo come!

In breve

  • Chi lavora a tempo parziale rischia di ricevere una rendita più bassa in futuro, ma con le giuste strategie è possibile ridurre questo rischio.
  • Contributi alla previdenza privata – ad esempio su un conto previdenza 3a o tramite un’assicurazione vita con componente di risparmio – e versamenti facoltativi nella cassa pensioni possono migliorare la situazione previdenziale.
  • Redditi irregolari e inferiori rendono più complessa la pianificazione della previdenza. Effettuare un controllo della propria situazione previdenziale aiuta a riconoscere tempestivamente i rischi.

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In Svizzera, la riduzione del grado di occupazione è una scelta sempre più comune, spesso per conciliare meglio lavoro e vita privata, prendersi cura di familiari, dedicarsi agli hobby o perfezionarsi professionalmente. Tuttavia, questa flessibilità può avere ripercussioni sui contributi previdenziali, riducendo le prestazioni pensionistiche future. Questo vale anche per chi lavora al 100% ma suddivide l’attività tra più datori di lavoro.

Per proteggersi da eventuali lacune, è fondamentale conoscere le caratteristiche del sistema previdenziale per il lavoro a tempo parziale e adottare tempestivamente misure preventive.

Le particolarità del sistema previdenziale per chi lavora a tempo parziale

1o pilastro (AVS)

L’AVS garantisce una previdenza di base obbligatoria per tutte le persone in Svizzera. L’importo della rendita dipende dagli anni di contribuzione e dal reddito medio percepito durante la vita lavorativa. Chi lavora a tempo parziale solitamente guadagna meno e versa quindi contributi più bassi alla cassa di compensazione, con il rischio di ricevere in futuro una rendita ridotta.

2o pilastro (previdenza professionale, LPP)

Il rischio di lacune previdenziali è ancora maggiore per quanto riguarda la cassa pensioni. Il problema principale per chi lavora a tempo parziale è la deduzione di coordinamento, che riduce la parte di reddito assicurata. La deduzione di coordinamento – attualmente pari a 26’460 franchi all’anno – viene sottratta dal salario lordo prima di calcolare il salario assicurato. Quest’ultimo funge da base per il calcolo dei contributi. Poiché questa deduzione è fissa e, in linea di principio, si applica a ciascun datore di lavoro, nei redditi più bassi resta assicurata solo una piccola parte del salario, anche quando il totale dei guadagni derivanti da più impieghi a tempo parziale è elevato.

Esempio

Una persona con un salario lordo annuo di 30’000 franchi avrà, dopo la deduzione di coordinamento, un salario assicurato di soli 4’275 franchi. Questo si traduce in contributi più bassi alla cassa pensioni e, di conseguenza, in una rendita più contenuta al momento del pensionamento.

Come riconoscere e colmare le lacune previdenziali

La pianificazione previdenziale per chi lavora a tempo parziale deve essere attenta e strategica. Poiché l’entità del reddito influisce sui contributi del 1o e 2o pilastro, vale la pena analizzare con attenzione la propria situazione per ottenere maggiore chiarezza. Questo è particolarmente importante per chi lavora a ore, dal momento che un reddito irregolare rende ancora più complessa la pianificazione della previdenza per la vecchiaia. Una consulenza professionale con un fornitore di servizi finanziari può aiutare a individuare i rischi. Inoltre, i tool digitali offrono un modo semplice per identificare eventuali lacune previdenziali.

Consulenza previdenziale e sul pensionamento

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Misure per ottimizzare la previdenza

Alcune casse pensioni la adattano in proporzione al grado di occupazione o la eliminano del tutto. Vale la pena informarsi presso la propria cassa pensioni o il proprio datore di lavoro su questa opzione, soprattutto se si lavora a tempo parziale.

Il pilastro 3a è uno dei metodi più efficaci per colmare le lacune previdenziali. Come chi lavora a tempo pieno, anche chi ha un impiego a tempo parziale può versare regolarmente contributi per accumulare un capitale previdenziale aggiuntivo. L’importo di questi versamenti, he può variare nel tempo, è interamente deducibile dalla dichiarazione fiscale. Chi non è assicurato a una cassa pensioni può versare fino al 20% del proprio reddito. 

Le casse pensioni consentono versamenti volontari qualora sussistano lacune previdenziali. L’importo massimo versabile è solitamente indicato nel certificato della cassa pensioni. Anche questi versamenti possono essere detratti dalle imposte, proprio come quelli del pilastro 3a. Verificate le disposizioni specifiche della vostra cassa pensioni.

All’AVS gli anni di contribuzione mancanti determinano una lacuna previdenziale. L’estratto conto personale della cassa di compensazione fornisce informazioni sugli anni mancanti. È possibile versare contributi arretrati per gli ultimi cinque anni, nel caso in cui siano stati versati in misura insufficiente o non siano stati versati affatto. 

Un reddito più alto comporta un aumento dei contributi AVS. Per questo motivo, investire nel perfezionamento e nella crescita professionale – migliorando così le prospettive di un impiego meglio retribuito – rappresenta un’ulteriore strategia per rafforzare la previdenza finanziaria, soprattutto per chi lavora a tempo parziale. 

Se si perde il lavoro o ci si licenzia, e quindi non si è più affiliati a una cassa pensioni, l’avere LPP viene trasferito su un conto di libero passaggio. Le persone che non esercitano un’attività lavorativa non possono effettuare versamenti facoltativi nel pilastro 3a. Per questo motivo, è consigliabile lavorare almeno a tempo parziale per mantenere la copertura assicurativa della cassa pensioni e le opportunità di previdenza complementare. Attualmente la soglia d’ingresso per la LPP è fissata a 22’680 franchi.

Problematiche particolari del lavoro a tempo parziale

Chi esercita una o più attività a tempo parziale deve accettare alcuni svantaggi rispetto a chi lavora a tempo pieno. Oltre alle particolarità dell’AVS e della LPP menzionate in precedenza, sono elencati nel seguito i principali aspetti che lavoratrici e lavoratori a tempo parziale devono conoscere e che richiedono eventualmente l’adozione di opportune misure.

Unione domestica con convivenza

Le coppie non sposate che convivono e lavorano a tempo parziale devono generalmente affrontare, in termini di previdenza, problematiche maggiori rispetto alle coppie sposate. Chi lavora a tempo parziale e convive è di solito più dipendente finanziariamente dal proprio partner, in quanto la sua previdenza personale si riduce per via di un reddito inferiore. A differenza delle coppie sposate, quelle conviventi non hanno diritto alla rendita per superstiti dell’AVS, il che ha un ulteriore impatto sulla loro situazione durante la vecchiaia. Può tuttavia accadere che la cassa pensioni la preveda per il partner superstite. Informatevi presso la vostra cassa pensioni e registrate il vostro partner come beneficiaria/o. È inoltre consigliabile redigere un contratto di convivenza o stipulare un’assicurazione sulla vita per regolamentare la sicurezza finanziaria della/del convivente in caso di decesso. 

Malattia

La malattia può ridurre la previdenza. In caso di malattia, a chi lavora con un salario a ore o irregolarmente il salario continua a essere versato in forma ridotta o non viene versato affatto. A seconda dell’impiego e delle condizioni di vita può essere opportuno sottoscrivere un’assicurazione d’indennità giornaliera in caso di malattia per tutelarsi da consistenti perdite di reddito.

Infortunio

In Svizzera tutte le lavoratrici e i lavoratori devono essere assicurati contro gli infortuni professionali. Chi lavora più di otto ore alla settimana nella stessa azienda è assicurato anche contro gli infortuni non professionali. Le lavoratrici e lavoratori a tempo parziale che lavorano meno di otto ore a settimana e datore di lavoro non sono quindi automaticamente assicurati contro gli infortuni non professionali e devono pertanto sottoscrivere un’assicurazione privata.

Conclusione: pianificate attivamente la previdenza

Le lavoratrici e i lavoratori a tempo parziale devono accettare, rispetto a chi lavora a tempo pieno, alcuni svantaggi previdenziali che tuttavia possono essere parzialmente compensati. Le lacune maggiori si registrano per chi lavora a tempo parziale a causa dei minori contributi al 1o e 2o pilastro e del minore salario assicurato nella cassa pensioni.

I versamenti nel pilastro 3 a e i contributi facoltativi alla cassa pensioni sono un modo particolarmente efficace per colmare le lacune previdenziali. Poiché servono anche a ottimizzare le imposte, queste due opzioni sono particolarmente interessanti dal punto di vista finanziario.

Per migliorare ulteriormente la previdenza personale può essere opportuno stipulare assicurazioni supplementari o pagare gli anni di contribuzione AVS mancanti.

Un’analisi professionale della previdenza o un calcolatore previdenziale possono aiutare a rilevare le lacune esistenti. Verificate pertanto la vostra situazione previdenziale e attuate possibili misure. Prima iniziano a pianificare la previdenza, più le lavoratrici e i lavoratori a tempo parziale si preparano ad affrontare le sfide finanziarie nella vecchiaia e in caso di invalidità o decesso.

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