Economia: Guerra commerciale come banco di prova

Dal suo insediamento alla presidenza, Donald Trump ha annunciato una serie di dazi punitivi e ha già attuato misure di ampia portata. A breve termine ci si attende pertanto che la spinta inflazionistica si manterrà alta soprattutto negli Stati Uniti, dove di recente il rincaro è già tornato a crescere. Allo stesso tempo, i nuovi ostacoli al commercio aumentano la pressione congiunturale – non solo sull’economia statunitense, ma anche su Cina ed Europa – rendendo più difficile la loro ripresa economica e aumentando sensibilmente i rischi per la congiuntura mondiale. In tale scenario l’economia interna svizzera sembra riprendere slancio giusto in tempo.

I settori economici orientati alla domanda interna proseguono la ripresa anche all’inizio del nuovo anno. Lo dimostra il netto aumento dei valori relativi all’umore delle imprese di servizi in Svizzera nel mese di gennaio che ha visto un miglioramento anche dell’ottimismo di consumatrici e consumatori. La tendenza è confermata anche dai più recenti dati sui consumi a livello nazionale, che sono incoraggianti. Questa ripresa della congiuntura interna avviene in una fase in cui i settori orientati all’esportazione continuano a dover fare i conti con una domanda debole sul fronte internazionale e potrebbero subire un ulteriore contraccolpo con l’aumento dei rischi nel commercio mondiale. Oltre al sostegno fornito dalla domanda interna, arriva a dare un po’ di ossigeno anche il franco svizzero che, in controtendenza rispetto al persistente apprezzamento, all’inizio di quest’anno ha mostrato segni di indebolimento.

Crescita, congiuntura e tendenza

In percentuale

Il grafico mostra la crescita annua effettiva del prodotto interno lordo (PIL) svizzero dal 1995, il relativo trend a lungo termine e un indicatore anticipatore del clima congiunturale. Questo suggerisce che nel trimestre in corso dobbiamo aspettarci una crescita un po’ più debole rispetto al livello di tendenza.
Fonte: Bloomberg

Come rivelano i recenti dati sull’economia statunitense, la crescita nel quarto trimestre dell’anno scorso ha subito un leggero rallentamento rispetto ai due trimestri precedenti ma, con un tasso dello 0,6%, si mostra ancora solida. A dare la spinta maggiore sono stati ancora una volta i consumi privati, in particolare di beni di lunga durata come i prodotti elettronici che hanno registrato un forte aumento. Anche il nuovo anno è iniziato con segnali positivi se si considera che, per la prima volta da più di due anni, le imprese industriali negli Stati Uniti prevedono una leggera crescita della loro attività commerciale. Tuttavia, nelle ultime settimane sono aumentati anche i timori per l’inflazione. Nel mese di gennaio il tasso d’inflazione di fondo ha registrato un incremento inaspettato e sono nettamente aumentate anche le previsioni inflazionistiche delle economie domestiche americane a seguito della politica commerciale del neoeletto presidente Donald Trump.

Crescita, congiuntura e tendenza

In percentuale

La figura mostra la crescita del PIL reale negli Stati Uniti a partire dalla metà degli anni ’90, il relativo trend a lungo termine e un indicatore anticipatore del clima congiunturale. L’indicatore anticipatore segnala che il ritmo della crescita economica statunitense diminuirà nel prossimo futuro.
Fonte: Bloomberg

I dati economici per il quarto trimestre dell’anno scorso sono stati deludenti, con la zona euro che ha registrato crescita zero. A frenare lo sviluppo economico sono state soprattutto le due locomotive, Germania e Francia, che oltre ai problemi economici stanno fronteggiando anche uno stallo politico e nell’ultimo trimestre hanno addirittura registrato una leggera contrazione. Anche il nuovo anno si è aperto con segnali poco incoraggianti. Il settore industriale continua ad arrancare e, sebbene lo sviluppo economico sia stagnante, anche nel mese di gennaio non è stato possibile registrare alcun progresso nella lotta all’inflazione. La situazione si sta facendo sempre più critica per la Banca centrale europea (BCE) che, per supportare la congiuntura, è da ultimo intervenuta con un netto taglio dei tassi d’interesse.

Crescita, congiuntura e tendenza

In percentuale

La figura mostra la crescita del PIL reale, il relativo trend e un clima congiunturale anticipatore in relazione alla zona euro dal 1995. L’indicatore anticipatore segnala una crescita economica stagnante (tra lo 0 e lo 0,5%) nel prossimo futuro.
Fonte: Bloomberg

I grandi Paesi emergenti hanno iniziato il nuovo anno con cautela. In Cina, di gran lunga la principale economia di questo gruppo, l’umore delle aziende si era già notevolmente deteriorato alla vigilia dell’annuncio del presidente degli Stati Uniti Donald Trump di voler tassare tutte le importazioni dalla Repubblica Popolare con dazi del 10%. Allo stesso tempo, la domanda interna è rimasta debole. In ogni caso il rischio di una fase di deflazione è diminuito notevolmente con il recente aumento dell’inflazione di fondo allo 0,6%. Anche in India, la seconda economia tra i Paesi emergenti, i primi dati congiunturali sono stati piuttosto deludenti. A preoccupare è in particolare il netto calo dell’attività commerciale nel settore dei servizi dove le imprese mostrano lo stesso pessimismo di due anni fa.

Crescita, congiuntura e tendenza

In percentuale

Il grafico mostra la crescita del PIL reale, il relativo trend e un clima congiunturale anticipatore riferiti a una media dei Paesi emergenti dal 1995. L’indicatore anticipatore segnala che nel prossimo futuro l’economia crescerà con valori di tendenza tra il 4% e il 5%.
Fonte: Bloomberg

Dati congiunturali globali

IndicatoriSvizzeraUSAZona euroGBGiapponeIndiaBrasileCina
Indicatori
PIL A/A 2024T3
Svizzera
2,0%
USA
2,7%
Zona euro
0,9%
GB
1,0%
Giappone
0,6%
India
5,4%
Brasile
4,0%
Cina
4,6%
Indicatori
PIL A/A 2024T4
Svizzera
n. d. 
USA
2,5%
Zona euro
0,9%
GB
1,4%
Giappone
1,2%
India
n. d.
Brasile
n. d.
Cina
5,4%
Indicatori
Clima congiunturale
Svizzera
USA
Zona euro
=
GB
Giappone
+
India
+
Brasile
Cina
=
Indicatori
Crescita tendenziale
Svizzera
1,3%
USA
1,6%
Zona euro
0,8%
GB
1,8%
Giappone
1,1%
India
5,3%
Brasile
1,7%
Cina
3,7%
Indicatori
Inflazione
Svizzera
0,4%
USA
3,0%
Zona euro
3,0%
GB
2,5%
Giappone
3,7%
India
4,3%
Brasile
4,6%
Cina
0,5%
Indicatori
Tassi d’interesse guida
Svizzera
0,5%
USA
4,5%
Zona euro
2,9% 
GB
4,5%
Giappone
0,5%
India
6,25%
Brasile
13,25%
Cina
3,10%

Fonte: Bloomberg

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